Gente che conta #7: John Snow e la dataviz ai tempi del colera
Stai leggendo Gente che conta, la newsletter che ti racconta la storia di una persona legata al mondo dei dati, dell'AI o della tecnologia, insomma: qualcuno che ha contato qualcosa.
La storia di oggi è quella di John Snow, eletto nel 2003 come il più grande medico di tutti i tempi. Perchè ne parliamo oggi? Questa newsletter si chiama forse Gente che cura? No, è che grazie all’intuizione di raccogliere ed analizzare dati sulla diffusione dell’epidemia di colera nel suo quartiere riuscì a salvare diverse vite, gettando le basi per le prime applicazioni della data science nella medicina.
💭 Un po’ di gossip su John Snow
La storia di John Snow, da come ha iniziato a quello che ha fatto per meritarsi un posto in questa newsletter.
Londra, 1813. In un’epoca in cui i cavalli erano il mezzo di trasporto principale e lavarsi le mani non era un’opzione nemmeno per i medici, nacque John Snow. Cresciuto nel quartiere operaio di York, John non era certo destinato a diventare famoso. Suo padre era un manovale, e la famiglia tirava avanti a fatica. Ma il giovane Snow aveva qualcosa che gli altri ragazzi del vicinato non avevano: una curiosità insaziabile e una resistenza incredibile al "che ci vuoi fare, va così."
Pare che fin da bambino, John fosse quello che faceva domande fastidiose: “Perché l’acqua del pozzo ha quel sapore strano?” o “Davvero il fumo della fabbrica è buono per i polmoni?”. La sua mente analitica lo portò a diventare apprendista medico a soli 14 anni. Sì, 14 anni! Mentre i suoi coetanei erano impegnati a giocare o a trovare lavoro in fabbrica, John era già in prima linea a studiare la febbre tifoide nei minatori.
Quando finalmente completò i suoi studi, Snow decise di trasferirsi a Londra, la città delle opportunità e, a quanto pare, delle epidemie di malattie mortali. Qui cominciò a lavorare come anestesista. E non stiamo parlando di anestesia come la conosciamo oggi, con gas sicuri e controllati. No, no, parliamo di una Londra vittoriana dove i pazienti venivano addormentati con dosi quasi casuali di cloroformio o etere. Snow, però, non si fermò alla "casualità". Calcolò dosaggi precisi, trasformando la somministrazione dell’anestesia da roulette russa a scienza esatta. Snow fu il medico che anestetizzò la Regina Vittoria durante il parto di due dei suoi figli, una pratica che fino ad allora era stata mal vista sia dalla comunità scientifica che da quella religiosa.
Ma non era solo l’anestesia a catturare il suo interesse. Snow era ossessionato dall’idea di capire come si diffondessero le malattie. Londra, all’epoca, era un gigantesco caos: vicoli affollati, fogne a cielo aperto e acqua potabile che poteva letteralmente ucciderti. La teoria più in voga tra gli esperti era quella del miasma: l’idea che le malattie fossero causate da cattivi odori e "aria sporca". Snow, però, non era convinto. Non gli tornavano i conti. E se non era l’aria, allora cosa poteva essere?
Non poteva saperlo ancora, ma una pompa d’acqua in un tranquillo quartiere di Soho gli avrebbe presto cambiato la vita. E, spoiler alert, anche la storia della medicina.
💡 Quella volta che John Snow ha fatto colpo
L’idea geniale di John Snow che ha fatto dire a tutti: “Wow, perché non ci ho pensato prima?”
Quando nel 1854 a Londra scoppiò una nuova epidemia di colera, John Snow si mise il cappello da detective (figurativamente, non era mica Sherlock Holmes!) e decise di andare a fondo. Non poteva fidarsi delle teorie campate in aria: doveva seguire i dati.
Iniziò il suo lavoro da vero investigatore epidemiologico. Armato di carta, penna e scarpe robuste, andò porta a porta a Soho, intervistando i malati e i loro parenti. Prese nota di ogni caso di colera, segnandolo su una mappa con precisione maniacale. Ogni puntino sulla mappa rappresentava una vita toccata dall’epidemia, e lentamente il quadro cominciò a emergere.
Il risultato? Tutti i casi si concentravano attorno a una pompa d’acqua pubblica in Broad Street. Non era l’aria, non era la puzza: era l’acqua. Ma Snow non si fermò qui. Scoprì che una famiglia in zona, non colpita dal colera, beveva birra invece dell’acqua della pompa. Una vittoria per i bevitori di birra e una conferma per Snow: la colpa era dell’acqua contaminata.
E così, Snow si presentò davanti alle autorità locali, che all’inizio lo guardavano come se stesse parlando di magia nera. "Togliamo la maniglia della pompa," suggerì. Sembrava una soluzione ridicolmente semplice, ma fu proprio ciò che fecero. Risultato? I casi di colera diminuirono drasticamente.
Snow aveva dimostrato che il colera si diffondeva attraverso l’acqua contaminata, smantellando la teoria del miasma e inaugurando una nuova era per la sanità pubblica. E non finisce qui: per comunicare i suoi risultati, creò una mappa dettagliata, con punti e cluster che mostravano la diffusione del colera. Non era solo scienza; era arte. La sua mappa non era un semplice strumento, ma una delle prime rappresentazioni visive di dati complessi.
Grazie alla sua intuizione e al suo approccio basato sui numeri, Snow non solo fermò un’epidemia, ma pose le basi per la nascita dell’epidemiologia e della data visualization. Insomma, non solo salvò vite, ma lo fece con stile.
☕ Un caffè con John Snow
Cosa ci racconterebbe John Snow davanti a un caffè? Viaggiamo nel tempo* e scopriamolo!
Ah, gentile interlocutore, debbo confessarvi che il mio spirito si riempie di meraviglia nel contemplare l'odierna scienza dei dati applicata alla medicina. Sebbene io non possa vantarmi di conoscere tali innovazioni moderne, che paiono quasi magiche, mi è tuttavia evidente che il metodo scientifico – l'osservare, registrare e analizzare con cura i fatti – costituisce il fulcro di ogni progresso.
Il mio lavoro, ahimè, era assai modesto per strumenti e tecnologie. Avevo soltanto la mia mappa, il mio diario e una penna per tracciare i contagi di colera. Tuttavia, il principio che vi si celava – il ragionare con i numeri, il discernere schemi invisibili a occhio nudo – mi sembra ora amplificato oltre ogni mia immaginazione dai moderni calcolatori e dalle vastissime banche dati che essi maneggiano.
Per quanto riguarda le conseguenze del mio lavoro, oso sperare che la mia umile indagine abbia gettato un seme, germogliato in un albero che offre riparo ai molti. Il principio che le malattie si trasmettano attraverso mezzi specifici, come l'acqua contaminata nel caso del colera, ha guidato l'evoluzione della sanità pubblica e delle indagini epidemiologiche.
Alla luce di questa recente pandemia del 2020, di cui mi parlate, posso immaginare che la capacità di raccogliere e interpretare rapidamente i dati abbia salvato innumerevoli vite. Se io avessi potuto contare su tali strumenti nella mia epoca, forse la mia lotta contro il colera sarebbe stata più breve e meno gravosa. Tuttavia, vi prego di ricordare che, nonostante ogni innovazione tecnologica, è il giudizio umano, nutrito da empatia e ragione, a dare senso ai numeri e a tradurli in azioni per il bene comune.
Non mi resta che augurarmi che il metodo e la dedizione, che io ho cercato di incarnare con i mezzi del mio tempo, continuino a guidare chiunque si trovi a lottare contro i flagelli che affliggono l'umanità.
(* Chiediamo a GPT-4 di emulare il nostro protagonista e rispondere al suo posto)
⏩ E poi che è successo?
Che impatti ha avuto l’idea di John Snow sul mondo di oggi?
John Snow non visse abbastanza per vedere il mondo riconoscere il genio delle sue intuizioni. Morì nel 1858, a soli 45 anni, probabilmente per un ictus. Ironico, considerando che aveva dedicato la sua vita a combattere le malattie degli altri. Ma, come spesso accade ai pionieri, il suo lavoro fu compreso e celebrato solo anni dopo.
All’epoca, la teoria del miasma era ancora troppo radicata per essere sradicata con una semplice mappa, per quanto geniale fosse. Alcuni medici pensavano ancora che fosse una specie di gioco da tavolo con cui Snow cercava di divertirsi. Ma il tempo è galantuomo, e la scienza lo è ancora di più.
Negli anni successivi alla sua morte, la teoria dei germi prese piede, e con essa il lavoro di Snow divenne la base dell’epidemiologia moderna. La sua mappa di Broad Street non è solo un pezzo di storia medica, ma uno dei primi esempi di visualizzazione di dati. Oggi è esposta nei musei, studiata nei corsi di epidemiologia e addirittura celebrata dai data scientist.
L’eredità di Snow però va oltre il colera. Il suo approccio basato sui dati e sulla logica ha influenzato non solo la medicina, ma anche settori come il design dell’informazione e la scienza dei dati.
Nel quartiere di Soho, oggi, c’è una replica della famosa pompa di Broad Street. Non serve a niente, perché non ha la maniglia, ma è un simbolo della vittoria della scienza sull’ignoranza. E sì, il pub accanto alla pompa si chiama “John Snow.” Sarebbe contento, non solo per l’onore, ma anche per la birra, quella sì, sempre più sicura dell’acqua contaminata dei suoi tempi.
👣 Sulle orme di John Snow
Link a risorse utili come blog, progetti, corsi e libri per saperne di più.
Il Ted Talk di Steven Johnson sull’epidemia di colera del 1854 e il suo libro, che racconta l’impatto di John Snow
Cattive acque, un libro (in italiano) che racconta la storia di John Snow
La versione interattiva della mappa di John Snow
Un interessante articolo su come visualizzare i dati su mappa
Il progetto (e il libro, gratuito!) Geographic Data Science with Python
Il progetto di FreeCodeCamp per imparare a visualizzare i dati su mappa
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Io sono Marilena Pintagro, business data analyst a cui piace scoprire le storie delle persone dietro ai dati. Se vuoi restare in contatto seguimi su X o colleghiamoci su LinkedIn!
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Non so se sia già previsto in questa serie, ma uno che ha contato tantissimo è stato Herman Hollerith, spinto dalle necessità di un censimento che rischiava di non chiudersi entro un decennio e che poi fondò quella che sarebbe diventata IBM.