Gente che conta #8: Suor Mary Kenneth, il secondo PhD in informatica della storia
Stai leggendo Gente che conta, la newsletter che ti racconta la storia di una persona legata al mondo dei dati, dell'AI o della tecnologia, insomma: qualcuno che ha contato qualcosa.
La storia di oggi è quella di Suor Mary Kenneth, nata il 17 dicembre di 111 anni fa, la seconda persona (e la prima donna e la prima suora) ad ottenere un dottorato in informatica. Gli americani dicono sky is the limit e Suor Mary ha preso questo modo di dire proprio alla lettera.
💭 Un po’ di gossip su Suor Mary Kenneth
La storia di Suor Mary, da come ha iniziato a quello che ha fatto per meritarsi un posto in questa newsletter.
Se pensi che le suore vivano vite tranquille fatte di preghiera e silenzio, allora non hai ancora conosciuto suor Mary Kenneth Keller (nè visto Sister Act, ma questa è un’altra storia).
Nata nel 1913 in Ohio, Mary Kenneth era tutto tranne che convenzionale. Cresciuta in una famiglia del Midwest americano, con un'educazione che alternava rigore e curiosità, scoprì presto che il sapere era una strada per servire meglio il prossimo. Dopo essere entrata nell’ordine delle Sorelle della Carità della Beata Vergine Maria, capì che il mondo stava cambiando e che la tecnologia sarebbe diventata un elemento cruciale nella vita quotidiana.
Durante gli anni ’50, mentre il mondo si preparava alla rivoluzione tecnologica, Mary Kenneth fece una scelta audace: si gettò nello studio dell’informatica, un campo dominato da uomini e praticamente inesplorato dalle donne. “Andai a vedere un computer e non tornai più indietro”, racconterà da anziana. Fu una delle prime a entrare nei laboratori di ricerca all’avanguardia, compreso il famoso laboratorio di informatica di Dartmouth, che fino a quel momento era stato riservato ai soli uomini.
E non pensare che fosse lì per guardare: suor Mary era una programmatrice abile e determinata, pronta a far girare nastri perforati e a mettere in crisi quei primi, ingombranti computer. Mentre i suoi colleghi litigavano con calcoli complessi, lei sembrava danzare tra righe di codice e macchine gigantesche, sempre con una scintilla di curiosità negli occhi.
Il 1965 fu l’anno che segnò la storia: suor Mary Kenneth Keller ottenne il primo PhD in informatica mai assegnato ad una donna nonchè il secondo nella storia in generale (fu battuta per poche ore). Ma non era solo una questione di titoli: suor Mary aveva già messo mano su un progetto che avrebbe cambiato il modo in cui interagiamo con i computer.
💡 Quella volta che Suor Mary Kenneth ha fatto colpo
L’idea geniale di Suor Mary Kenneth che ha fatto dire a tutti: “Wow, perché non ci ho pensato prima?”
Dartmouth College, primi anni '60. Qui, due matematici visionari, John Kemeny e Thomas Kurtz, stavano sviluppando un nuovo linguaggio di programmazione: il BASIC (Beginner's All-purpose Symbolic Instruction Code). Il loro obiettivo? Rendere la programmazione accessibile a tutti, anche a chi non aveva un background tecnico. Ed è qui che entra in scena suor Mary.
Con la sua esperienza nei sistemi di apprendimento automatizzato, come il sistema PLATO, e la sua passione per l'educazione, suor Mary contribuì alla diffusione di un linguaggio semplice ma potente. BASIC doveva essere facile da imparare e utilizzare, un linguaggio che permettesse a studenti, insegnanti e persino curiosi di interagire con i computer senza timore. Suor Mary era convinta che la tecnologia non dovesse essere un privilegio di pochi, ma uno strumento per migliorare la vita di tutti.
Il BASIC introdusse concetti rivoluzionari, come comandi leggibili (PRINT, INPUT, IF...THEN) e una sintassi lineare che abbassava la barriera d'ingresso alla programmazione. Suor Mary non solo scriveva codice, ma si impegnava anche a insegnare il linguaggio agli studenti.
BASIC non era solo un linguaggio; era una filosofia. Grazie a suor Mary e al team di Dartmouth, il linguaggio si diffuse rapidamente, trovando applicazione nelle scuole, nelle università e persino nelle case, con l’arrivo dei primi personal computer. Era l’inizio di una rivoluzione: la programmazione diventava un’abilità per tutti, non solo per gli scienziati.
☕ Un caffè con Suor Mary Kenneth
Cosa ci racconterebbe Suor Mary Kenneth davanti a un caffè? Viaggiamo nel tempo* e scopriamolo!
Oh, figliolo, credo fermamente che la programmazione sia uno dei doni più potenti che possiamo offrire ai giovani. È un po’ come insegnare a leggere e scrivere: dà loro gli strumenti per esplorare, comprendere e contribuire a un mondo in continua evoluzione. I computer non devono essere un privilegio per pochi, ma un'opportunità per molti. La programmazione insegna logica, creatività e anche un po’ di umiltà, perché ti ricorda che persino una piccola virgola fuori posto può mandare tutto all’aria!
Sai, quando lavoravo con i ragazzi, dicevo sempre: "Il futuro non è qualcosa che ti accade, è qualcosa che costruisci". E la programmazione è proprio questo: uno strumento per costruire, non solo sistemi e calcoli, ma una società più equa e inclusiva.
(* Chiediamo a GPT-4 di emulare il nostro protagonista e rispondere al suo posto)
⏩ E poi che è successo?
Che impatti ha avuto l’idea di Suor Mary Kenneth sul mondo di oggi?
Dopo aver contribuito a democratizzare la programmazione, suor Mary si dedicò a qualcosa di ancora più ambizioso: educare le generazioni future. Tornò all’università e fondò uno dei primi dipartimenti di informatica negli Stati Uniti, al Clarke College in Iowa.
Non si trattava solo di insegnare codice, ma di ispirare. Voleva che i computer fossero strumenti di crescita personale e collettiva, usati per migliorare il mondo, non solo per fare soldi. In un’epoca in cui il dibattito sull’etica tecnologica era quasi inesistente, suor Mary Kenneth Keller era già lì a tracciare la strada.
Ah, e c’è di più: suor Mary non si è mai fermata. Fino agli ultimi anni della sua vita, usava un computer Apple, dimostrando che il suo amore per la tecnologia non conosceva limiti. Non si limitava a osservare il futuro, lo abbracciava con entusiasmo, smontando il mito che l’innovazione fosse solo per i giovani o per gli “addetti ai lavori”.
E oggi? Beh, basta guardarsi intorno. Ogni volta che scrivi una riga di codice o accedi a un’app educativa, pensa a suor Mary e al linguaggio BASIC. Lei ha aperto la strada, dimostrando che la tecnologia può essere una forza inclusiva, capace di dare potere a tutti, indipendentemente dal genere, dall’età o dal background.
Insomma, suor Mary Kenneth Keller era una suora con una missione: rendere il futuro accessibile, un byte alla volta!
👣 Sulle orme di Suor Mary Kenneth
Link a risorse utili come blog, progetti, corsi e libri per saperne di più.
Un interessante articolo sul linguaggio BASIC
Un bell’approfondimento sulla vita di Suor Mary
Uno dei primi manuali di BASIC
Un approfondimento su come viene utilizzato BASIC oggi
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