Gente che conta #5: William Playfair, il galeotto che inventò i diagrammi a torta
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La storia di oggi è quella di William Playfair, poliedrico inventore del grafico più amato e di quello più odiato da chi si occupa di data visualization. L’avreste mai detto che bar chart e pie chart sono figlie della stessa persona?
💭 Un po’ di gossip su William Playfair
La storia di William Playfair, da come ha iniziato a quello che ha fatto per meritarsi un posto in questa newsletter.
William Playfair nacque nel 1759 in Scozia in una famiglia numerosa e vivace. Suo fratello maggiore, John, era un celebre matematico e Playfair visse all’ombra di questa intellettualità, sviluppando però un carattere ribelle e creativo. Playfair cambiò lavori e interessi più volte: era un ribelle, appassionato di idee nuove e continuamente alla ricerca di opportunità di successo. Ingegnere, disegnatore, inventore, mercante, banchiere… Ah, e anche argentiere!
Determinato a lasciare un segno nel mondo, passò buona parte della sua carriera a creare invenzioni e a tentare di diventare ricco – tentativi che si rivelarono puntualmente fallimentari. Si trasferì persino a Parigi durante la Rivoluzione Francese, perché se c’era un momento giusto per lanciare un’impresa in Francia, era proprio durante uno dei periodi più instabili della storia. E infatti, le sue avventure imprenditoriali ebbero il successo previsto: zero. Ma William non si scoraggiò, perché ormai era specialista in insuccessi di classe.
Playfair era noto per il suo spirito indomabile, che lo portava a scontrarsi con chiunque non condividesse le sue idee. Ad esempio, si racconta che, durante il suo lavoro come assistente dell'inventore James Watt, ebbe discussioni accese con i suoi colleghi riguardo all’uso di grafici per visualizzare i dati economici.
Tra i suoi progetti più audaci ci fu l’idea di un telegrafo meccanico, un sistema che avrebbe permesso di trasmettere messaggi su lunghe distanze. Purtroppo, il progetto non ebbe successo e Playfair si trovò sommerso dai debiti. Questo però non lo scoraggiò; poco dopo, si lanciò in un’impresa per la fabbricazione di armi, convinto che il mercato della difesa potesse risollevare le sue finanze. Invece di accumulare ricchezze, però, accumulò solo debiti e, per un’accusa di frode, passò tre anni in carcere.
Questi numerosi insuccessi non fecero che rafforzare il suo spirito inventivo. Dopo la prigione, si trasferì a Londra e divenne un analista economico. Aveva imparato a sue spese quanto fosse difficile comunicare le idee complesse e decise di fare qualcosa di concreto per aiutare le persone a capire meglio il mondo.
💡 Quella volta che William Playfair ha fatto colpo
L’idea geniale di William Playfair che ha fatto dire a tutti: “Wow, perché non ci ho pensato prima?”
Nonostante i diversi tentativi imprenditoriali, il vero lascito di William Playfair alla società fu la rappresentazione visiva dei dati economici. Inventò il grafico a barre e il grafico a torta, che oggi ci sembrano semplici ma, al tempo, erano rivoluzionari. Nel 1786, pubblicò un libro intitolato The Commercial and Political Atlas, in cui usò per la prima volta il grafico a barre per rappresentare l'andamento delle esportazioni della Scozia. Per lui, rendere i dati visivi era la soluzione per comunicare in modo chiaro e immediato. Era come dire: “Guardate, ignoranti, anche voi potete capire i numeri!”.
Ma non finì lì: fece anche un giro di ritorno in Francia durante la restaurazione dei Borbone. Pensava di poter avviare un giornale, ma fu perseguito per diffamazione e dovette scappare in Inghilterra… di nuovo! Qui, per consolarsi, inventò nel 1801 il grafico a torta, il suo capolavoro presentato nel suo libro Statistical Breviary.
Usò questo tipo di grafico per rappresentare la suddivisione del territorio dell'Impero Ottomano, permettendo ai lettori di vedere, a colpo d'occhio, come le diverse regioni contribuissero alla composizione dell'impero. La sua intuizione fu geniale: Playfair sapeva che, mentre i numeri potevano facilmente passare inosservati, i grafici erano in grado di comunicare storie e relazioni in modo immediato e coinvolgente.
Dopo tanti anni di peripezie, aveva finalmente creato qualcosa che sarebbe sopravvissuto a lui: grafici semplici e chiari, pronti a spiegare la complessità del mondo a chiunque.
Playfair voleva che anche le persone comuni, e non solo gli esperti, capissero le complessità economiche e sociali. Era convinto che un’immagine potesse comunicare molto di più di una lunga spiegazione, rendendo l’informazione accessibile e immediata. Un po’ come se stesse raccontando una storia visiva, i suoi grafici permettevano di “vedere” ciò che prima era confinato ai numeri.
☕ Un caffè con William Playfair
Cosa ci racconterebbe William Playfair davanti a un caffè? Viaggiamo nel tempo* e scopriamolo!
Ah, la mia vita! Se mi avessero detto che un giorno mi sarei trovato a raccontarla dopo anni di tentativi falliti, progetti abbandonati e persino un periodo in carcere... beh, avrei riso. La mia carriera non è stata certo quella di un uomo comune. Sono stato ingegnere, inventore, persino argentiere, e ho provato a conquistare l’Europa come editore. Ma con ogni impresa che è fallita, ogni speculazione andata a vuoto, ho imparato qualcosa di essenziale.
Alla fine degli anni '80 del Settecento, mi trovavo a Parigi, proprio mentre la Rivoluzione Francese iniziava a scuotere l’intero continente. Era un’epoca di idee audaci e cambiamenti radicali, e io, affascinato dalle possibilità, mi immersi in quegli ambienti esplosivi. Volevo portare le mie innovazioni anche in Francia e decisi di lavorare come editore, cercando di diffondere idee economiche e politiche attraverso scritti e pamphlet. Ma le mie pubblicazioni critiche attirarono attenzioni indesiderate, e ben presto dovetti scappare, poiché rischiavo l’accusa di sovversione.
Osservavo le trasformazioni che Napoleone stava portando con sé: il suo impeto e la sua ambizione cambiarono il volto dell’Europa e ispirarono persino il mio pensiero.
Forse fu proprio questo ambiente di cambiamento a spingermi a creare qualcosa di rivoluzionario: i miei grafici. Erano strumenti per dare voce ai numeri, perché chiunque, dalla nobiltà fino al popolo, potesse capire l’economia e la politica del tempo.
Ora, immaginare il mio impatto nei prossimi due secoli è quasi impossibile. Ma, se i miei grafici a barre e a torta sopravvivranno, se riusciranno a far capire i numeri anche a chi non mastica la matematica, allora avrò fatto la mia parte. Forse un giorno qualcuno dirà che ho contribuito anche io a dare forma a un nuovo modo di pensare, un modo in cui anche chi non è esperto può “vedere” ciò che i numeri vogliono raccontare. E, chissà, magari in futuro le mie invenzioni saranno nei libri di scuola oppure sulle pagine dei giornali, al pari delle gesta di Napoleone.. Non male, vero?
(* Chiediamo a GPT-4 di emulare il nostro protagonista e rispondere al suo posto)
⏩ E poi che è successo?
Che impatti ha avuto l’idea di William Playfair sul mondo di oggi?
Oggi i grafici di Playfair sono ovunque: dai giornali ai report finanziari, dai social media alle presentazioni di lavoro. Le sue invenzioni hanno reso possibile visualizzare concetti complessi in modo semplice, aiutando chiunque, anche chi non è esperto, a comprendere i dati. Nei grafici a barre e a torta di Playfair possiamo vedere le basi della data visualization moderna, una disciplina fondamentale per aziende, scienziati e analisti.
La capacità di sintetizzare informazioni e comunicarle visivamente ha aperto la strada alle dashboard, alle infografiche e alle visualizzazioni interattive. Anche i software moderni per la gestione dei dati, come Excel e PowerBI, devono molto a Playfair.
Oggi possiamo dire che Playfair - nonostante la sua sfortuna e forse proprio grazie alle sue mille peripezie - ha messo i primi mattoni di una rivoluzione che ancora oggi trasforma il nostro modo di comprendere il mondo: un’eredità preziosa da parte di un uomo che non smise mai di sfidare i limiti del proprio tempo.
👣 Sulle orme di William Playfair
Link a risorse utili come blog, progetti, corsi e libri per saperne di più.
"The Commercial and Political Atlas": Questo libro del 1786 è l’opera in cui Playfair introdusse i primi grafici a barre per mostrare l'andamento delle esportazioni e importazioni scozzesi. Una ristampa moderna potrebbe includere spiegazioni aggiuntive e note storiche.
La storia delle bar chart, raccontata in questo articolo di Sandra Rendgen.
Un approfondimento su come e quando usare le Pie Chart
Il progetto di FreeCodeCamp per rappresentare un bar chart in D3
Un corso online per spiegare le bar chart ai bambini delle elementari
Un gioco online per imparare a leggere le bar chart
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Io sono Marilena Pintagro, business data analyst a cui piace scoprire le storie delle persone dietro ai dati. Se vuoi restare in contatto seguimi su X o colleghiamoci su LinkedIn!
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